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Silenzio!

La sera di un qualsiasi giorno infrasettimanale.

Dopo cena iniziamo a cazzeggiare…e per cazzeggiare non intendo il non far niente o il dedicarsi a cose superficiali e/o di poco conto.

No, no!

Intendo proprio dire che ci mettiamo a sparare cazzate a raffica.

Fiumi di cazzate in piena escono dalla nostra bocca in modalità ramdom.

Si incrociano tra di loro, si scontrano, si uniscono e alla fine ci ritroviamo immersi in un mare di cazzate.

E’ una figata!

Io partorisco minchiate e stupidaggini di ogni sorta. A volte mi stupisco di me stesso per la quantità multivariegata delle mie cazzate.

Lei, invece, è più raffinata di me e le sue battute sono più fini, ironiche e, a volte, sarcastiche.

Ci divertiamo a fare gli scemi e, di conseguenza, ridiamo come dei cretini.

Ribadisco: è una figata!

Da mal di pancia e lacrime agli occhi.

Purtroppo non lo facciamo sempre questo ‘gioco’ (sarebbe preoccupante 😀 ) ma quando ci cimentiamo in questo teatro dell’assurdo ci rilassiamo. E’ uno sfogo molto utile.

Dopo circa un’ora di pazzia ininterotta ritorniamo entrambi alla normalità.

Lei, seduta sul divano.

Io, sdraiato sul pavimento.

Non so esattamente come ci sono finito. Forse me l’ha chiesto lei, forse sono inciampato, forse mi ci sono buttato volontariamente o, magari, i crampi alla pancia mi hanno costretto ad accasciarmi.

Non lo so, o forse non me lo ricordo, ma sta di fatto che sono steso per terra, come uno zerbino, con la pancia all’insù!

Il nostro epico momento di ilarità è finito.

Sento un suo piede sul mio addome. Lo prendo tra le mani e comincio ad accarezzarlo e massaggiarlo (credo si tratti di un riflesso incondizionato).

Lei sorride. Ridacchia un po’. Non so se sta pensando alle battute di prima o alla mia attuale situazione.

Mentre continuo con il massaggio inizio a parlare di sport. Di tennis. Di Roger Federer, dei 20 Grandi Slams vinti e di quanto increbibile sia la sua lunga carriera tennistica.

Pur non essendo tanto interessata (lo so) mi lascia continuare senza interrompermi.

Dopodichè inizio con il calcio (manco fossi al bar con gli amici).

…bla bla bla…

“No perchè Amore sai, appena arrivato Piątek al milan ero gasatissimo. Era dai tempi di Van Basten che non mi esaltavo così per un attacante…”

In quel preciso momento il suo piede scivola via dalle mie mani e si appoggia sulla mia bocca.

Immediatamente penso desideri un bacio o qualcosa del genere ma un nanosecondo dopo mi ordina:”Apri la bocca! Spalancala per bene.”

Eseguo e mentre lo faccio lei mi infila il suo tallone in bocca.
Me lo preme, vigorosamente, in gola.

Rimango spiazzato. Bloccato.

“Ottimo, così non devo più ascoltare le tue cazzate.”

Risatina appagante di chi ha appena vinto.

“Su dai, inizia a massaggiarmi quest’altro piede!”

Obbedisco, ovviamente, in assoluto silenzio.

Ps. Mia moglie ha vari modi per zittirmi. A volte basta un secco e semplice “Stai zitto schiavo!”. Altre volte puo’ costringermi al silenzio infilandomi qualcosa in bocca, tipo calzini. A volte basta uno sguardo deciso. Altre volte serve solo avvicinare l’indice alla bocca (“Ssss!”).

La mia modalità preferita è questa del tallone infilato in bocca anche se è un po’ controversa.
Mi spiego meglio, è tipo un’arma a doppio taglio, specialmente per i feticisti dei piedi femminili.
Hai si un piede, per la precisione un tallone, in bocca e questo puo’ essere eccitante, arrapante ecc…ma non puoi farci niente.
Non puoi baciarlo, non puoi leccarlo e non puoi succhiarlo.

Le tanto amate azioni dei feticisti professionisti sono escluse e la beffa è che il feticcio è proprio lì. Davanti ai tuoi occhi. Dentro la tua bocca.

Per fortuna c’è la consolazione che il mio ‘sacrificio’ sarà comunque utile per la comodità e pace (uditiva) della mia Signora e Padrona. 🙂

A bucket of electricity! (English)

Ten thousand days ago.

Crapa Pelatino, the little Crapa Pelada … is an innocent boy of eight, nine years.
He is playing, alone. In the backyard.
His parents suddenly come out of the house. They are arguing, practically screaming about the electricity issue.
It is the problem of the day. Public enemy number one. It is gone at noon! At noon o’clock!

While his father is trying to reassure his mother with: “Quiet, calm down, you will see that the electricity will return soon.” came Crapa’s grandfather at the corner of the backyard.

“Hey, are you all right? Are you maybe out of power?”
“Yes” Crapa’s parents answered.
“Well, then try to send Pelatino to get a bucket of electricity at the corner shop. They’re full of it.”

His mother was puzzled but his father, almost giggling, said: “Oh yes, that’s right. Why did I not think of it before? …”
“Oh yes, that’s right. I will take a bucket asap.” said his mother.

Two minutes later, little Crapa was already on the way with his nice bucket in his hands.
He arrived to the corner shop. He entered.

“Hi Palatino, what do you want? Do you need something? Why you have a bucket with you?” the shop owner asked.
“My parents sent me to get a bucket of electricity because in our house is over.”

“Ah … ok, I understand. Then give me the bucket so I’ll fill it for you.”

Little Crapa gave the bucket and after 3 minutes the shop owner reappears with the exact same bucket but this time covered with a rag.
He put it on the floor at Crapa’s feet.
“Here we are Palatino, the bucket is now full of electricity.
I used a rag to cover it and save it from running away. So don’t turn the rag up. Don’t move it … otherwise the electricity will fly away. “

“Yes ok” replied little Crapa. He was surprised, it was the first time that his parents sent him to take electricity.
He would have liked to see it, he was dying of curiosity, but he could not … it was very dangerous. The gentleman said: do not touch the rag.
What would happen if the electricity flew away? Perhaps it will get a huge electroshock to all the people in the world. It was very very dangerous.

He then decided to just take the bucket home.

He lifted it, with difficulty and a lot of effort. It weighed one hundred twenty-three million tons. At least.

Little Crapa had never imagined that electricity was so heavy.

However, he was a responsible and stubborn child. Strong and always on focus.

He made the long way back carrying the bucket with two hands.
Sometimes he stopped to put it on the sidewalk and rest a bit.

He avoided obstacles like old ladies with their little awful dogs and orange men peeking out from the manholes.

He avoided the trucks, parked cars and black cats.

He avoided the slippery road, the slippery sidewalk and the stairs leaning against the walls of the buildings.

In the end he was able to walk, safe and without losing the electricity, all the seventeen meters that distanced the shop from his house.

Mission accomplished.

He arrived home proud and victorious.
He handed the burden to his father. The precious electric current bucket.

“Good boy. You did it. Very good!”
“Yes, very good …” reiterated his grandfather who still was in the backyard “… and maybe, next time, you can get also a bottle of elbow grease. Ahahaha!”

At that moment Crapa pulled away the rag to see what there was in the bucket…

There was just sand. Normal and fucking sand!!

End.

Prove e schizzi vari (penna)!

Ho pensato di mettere qui alcune prove fatte a penna.

I protagonisti sono sempre gli stessi: Crapa (sia adulto che neonato), sua moglie e la new entry Egil/Egidio.

Tutti i personaggi, ovviamente, devono essere elaborati e perfezionati ma, intanto, è un inizio per avere un’idea di come potrebbe svilupparsi la cosa.

Se avete idee, critiche o consigli non esitate a commentare.

Buona visione 🙂

Crapa’s wife 2
Crapa ed Egil da 3/4
Crapa che cammina
Baby Crapa!
Possibili arredi

FINE.

Crapa’s wife!

schizzo a penna

Mi sono messo a fare alcuni veloci schizzi a penna. Qui sopra potete ammirare una delle versioni della (possibile) Crapa’s wife. Il suo nome non è ancora stato scelto perchè ancora in fase di eleborazione.

Qui sotto vi metto, invece, Crapa ed Egil/Egidio (il suo compare).

“Che succede?”

Breve diario (Fine)!

Ciao a tutte/i.

Purtroppo, per causa di forza maggiore, ho dovuto interrompere (bruscamente) il mio diario dopo il terzo giorno.

Spero di potervi aggiornare più avanti…

…e magari ritornare quando finirò (eh si, ahimè sta ancora continuando 😦 ) la mia castità

Un abbraccio a tutte/i e alla prossima.

Ciaooo 🙂

Breve diario (giorno 3)

GIORNO 3 (mercoledì)

Mi sveglio e so già che sta per finire la pacchia.
Passo in bagno, faccio colazione e poi guardo l’ora: sono le 7:50.

Le 24 ore di libertà sono, ahimè, finite!

Da schiavo devoto mi infilo, nuovamente, la cintura di castità e poi vado al lavoro.

La giornata procede con qualche difficoltà.
Non so come mai ma la gabbia sembra più stretta rispetto a due giorni fa.

Forse il mio uccello si era abituato troppo bene e risente dello shock psicologico.

Lavorare con il cazzo ingabbiato è strano. Nessuno sa e/o si accorge della cosa ma tu sai benissimo che tua moglie
ti sta tenendo per le palle.
E’ una presa costante nonostante lei sia distante.

Magari lei sta ancora dormendo eppure mi tiene saldamente per i coglioni.

In certi momenti la cosa mi piace, mi fa pensare più intensamente a lei.
In altri mi crea qualche leggero problema di movimento tipo quando mi devo sedere.

Tutto sommato la giornata passa senza intoppi e alla sera ritorno a casa.

Mentre ceno da solo mi guardo alcune vecchie foto di noi due.
Mi sale un po’ di nostalgia.

Mi manca tanto e non vedo l’ora che ritorni a casa.

Decido di togliermi Game Over solo per farmi la doccia (lei ci tiene alla mia igiene personale😁 )
per poi rimettermela subito dopo.

Adesso vi saluto che è arrivata l’ora di andare a letto.

Ed anche questa è fatta! Vedremo come andrà domani.

Ciaoooo 🙂

FINE.

Ps. Comincio a sentirmi proprio il suo schiavetto casto.