Lume di candela 2!

Ecco ancora il Crapa nella versione di schiavo-candelabro per il piacere di sua moglie!

Da questa inquadratura (più lontana) potete notare alcune cose che avevo omesso nel precedente articolo:

  1. Indossavo la celeberrima Game Over!
  2. Il mio unico indumento (cintura di castità a parte) era la pettorina!
  3. Ero steso sul pavimento e con le gambe, o poco più, sotto il tavolo della cucina!

Ps. Chi non festeggia il suo compleanno cosi??? 😀 Ahahah

La telefonata (3)

…continua puoi, con la sua totale indifferenza nei miei confronti, a chiacchierare del più o del meno.

Io rimango fermo, sotto il suo piede, in assoluto silenzio. Non so chi ci sia dall’altra parte della cornetta.

Mi limito solo ad offrirle il mio muso come poggiapiede e con garbata devozione aspetto.

Mi ha da poco liberato da game over 2.0 e gliene sono estremamente grato.

Non voglio certo infastidirla e rischiare di perdere il privilegio appena acquisito 😅

All’improvviso il suo piede si sposta in avanti ed il suo tallone mi si infila in bocca:

…chi? Mio marito? Ah…Eh, no! Lui al momento non puo’ parlare. Non preoccuparti… Te lo saluterò.

CONTINUA…

Game over 2.0 (prima parte)

QUANDO MENO TE L’ASPETTI IL CRAPA RITORNA

Sì lo so, siete tutti abbastanza sorpresi ma sono ancora vivo 😀

E’ da diversi mesi che non pubblico più niente ma ero molto (anzi, moltissimo) incasinto!

Ho avuto a che fare con svariate faccende e tutte avevano la priorità rispetto al blog.

Oddio, adesso non è che abbia tempo da vendere ma provo almeno ad aggiornarvi su come se la passano Crapa Pelada e la sua adorata consorte.

GAME OVER 2.0

Tutto iniziò con il mio ultimo compleanno.

Sinceramente non mi aspettavo niente di speciale da parte di mia moglie: eravamo indaffarati con il trasloco e non c’era proprio tempo per festeggiare il mio compleanno.

Inoltre non mi aspettavo assolutamente niente da parte della mia Padrona: ogni suo sorriso è già un grande regalo ed, in quanto schiavo, non devo, ovviamente, pretendere alcunchè neppure nel giorno del mio compleanno.

Tuttavia mi sbagliavo!

La sera del mio compleanno mi chiama: “Amore vieni qua. Ho qualcosa per te”

Mi precipito in cucina. Il suo sorriso illumina tutta la stanza e nelle mani tiene una scatolina.

Me la porge: “Ecco qua il tuo regalo!”

Quasi commosso la ringrazio e poi inizio ad aprire la scatola. Sono estremamente curioso di vedere cosa c’è dentro.

Trovo questa:

Game Over 2.0

La guardo un po’ sorpreso e poi lei mi chiede: “Ti piace?”

“Si certo!” e chi oserebbe dire di no?!

Rimango in piedi un po’ perplesso perchè di cinture di castità ne avevo già una.

Lei nota le mie espressioni, il mio spaesamento generale. Mi legge come un libro (sempre aperto per lei) e poi scoppia a ridere.

“Ahaahah sei confuso schiavo?”

Balbetto un “Sì mia padrona!”

“Immaginavo. Da oggi quella sarà la tua nuova cintura di castità. La chiameremo Game Over 2.0.”

Annuisco con la testa. Preferisco evitare di parlare o porre domande mentre mi spiega le cose.

Poi continua: “E’ di resina nera, è leggera e non ha un lucchetto ingombrante. Quindi è silenziosa e più comoda.”

Rispondo pressochè felice: “E’ proprio bella, grazie mille mia adorata Padrona.”

Mentre esce dalla cucina si gira a guardami (sto ancora contemplando tra le mie mani il nuovo regalo) e con il suo classico mezzo sorrisetto mi dice: “Vedrai tesoro che bello, la potrai indossare ovunque!”

Rimango pietrificato e le mie emozioni vanno dalla paura all’eccitazione con una spruzzatina di curiosità.

La mattina seguente mi alzo dal letto per andare al lavoro. Cerco di non fare rumore per lasciarla dormire visto che lei uscirà più tardi.

Mentre faccio per uscire dalla camera con passo felpato la sento rigirarsi nel letto e chiamarmi: “Mmm vieni qua!”

Eseguo e poi, sbadigliando, mi ordina: “Portami game over 2.0!”

Faccio anche questo. Lei comincia ad osservare i 4 anelli di grandezze diverse e poi ne sceglie uno. E’ il secondo più piccolo, diciamo quello medio-piccolo.

“Ecco mettiti questo, poi mettiti la nuova cintura, infine chiudila e lasciami la chiave sul comodino prima di uscire!

“Ma Amore (provo con le parole dolci per farle più pena) devo andare al lavoro e rimanerci per 8 ore.”

“E allora???”

La domanda è fake. Rispondo chinando umilmente il capo. Poi indosso game over 2.0 e le consegno la chiave.

Quando la appoggio sul suo comodino fa un leggero rumore metallico. Lei abbozza un sorriso sentendo quel suono e prima di riaddormentarsi mi dice: “Bene schiavetto, adesso puoi uscire e… buon lavoro. Coglione!” 😁

CONTINUA…

Cambiare lo smalto!

La scora settimana mi sono inbattuto, volontariamente, in una difficile situazione.

La mia adorata moglie, mentre legge un libro, se ne esce con una semplice ed innocua frase.

“Uffa lo smalto dei miei piedi è già tutto rovinato! Dovrei cambiarlo ma non c’ho voglia.”

Mi avvicino incuriosito e penso: forse sta cercando di dirmi qualcosa…

Ammiro per un attimo i suoi incantevoli piedini e poi, preso dall’iniziativa, le propongo: “Amore vuoi che te lo metta io lo smalto?”

“Mmm… no, meglio di no dai. Conoscendoti mi faresti un macello!”

Rimango sorpreso e spiazzato. Guardo con aria affranta le sue splendide estremità nonostante lo smalto veccchio e consumato.

Decido di non arrendermi e ci riprovo: “Beh, ricordati che ho un blog di disgni e sono feticista, non posso farti un brutto lavoro!”

“Si lo so ma non c’entra. Sai, innanzitutto, come si mette lo smalto?”

“Certo che si, ovvio! Ti prego fallo fare a me così puoi continuare a leggere in serenità.”

Le mie parole, in qualche modo, la convincono e alla fine cede: “Ok va bene, vai a prendere gli smalti e tutto quello che serve.”

Felice ed emozionato vado e prendo tutto: smalti, acetone, dischetti di cotone ect. Insomma tutto l’armamentario.

Torno e le faccio scegliere fra tre diversi smalti. Lei opta per quello color petrolio e poi mi metto ai suoi piedi e comincio.

Tolgo lo smalto vecchio con l’acetone. La cosa è abbastanza facile.
Poi mentre metto la base noto che lei è assorta nella lettura e tiene il piede bello fermo.

Finito il primo piede passo al secondo, dopodichè soffio sopra le sue dita per velocizzare i tempi di asciugatura.

Mentre faccio questa operazione mi eccito. Lui comincia a diventare rigido e mi viene voglia di succhiarle l’alluce.
Basterebbe poco, meno di mezzo centimentro…

Poi mi ricordo che le ho appena messo la base e lascio perdere.
Forse non sono del tutto un coglione 😀

Quando entrambi i piedi sono pronti comincio a mettere lo smalto.
Lo passo lentamente e con precisione cercando di non sbavarlo sulla pelle delle dita.

Lei continua a leggere. Ogni tanto mi osserva da sopra la copertina del libro.
Preciso che non mi sta controllando. Si fida, è tranquilla e questo mi fa molto piacere.

Poi passo all’altro piede, sempre con estrema delicatezza.
La cosa si rivela eccitante e romantica allo stesso tempo. Mi piace.

Quando finisco le chiedo un parere: “Amore allora come ti sembrano? Come sono venuti?”

Da dietro il libro, invece di rispondermi, mi chiede “Ma hai già fatto anche la seconda passata?”

Preso in contropiede rispondo: “No…” e poi aggiungo “… non ancora.”

“Allora falla! Controllerò dopo quando avrai finito tutto!”

Mi alzo e vado a fare una lavostoviglie mentre aspetto che lo smalto si asciughi.

Ritorno e comincio con la seconda ed ultima passata di smalto.
Sono molto emozionato e la mano mi trema un po’.
L’eccitazione, inoltre, non aiuta e non voglio certto rovinare tutto adesso che sono alla fine.

Cerco di stare calmo e concludo anche la seconda mano di smalto su entrambi i piedi.

Distolgo mia moglie dalla lettura per farle vedere il mio lavoro.

“Allora tesoro cosa ne pensi?”

Appena vede i suoi piedi appena smaltati la sua espressione cambia. In peggio.

“Ma cosa hai fatto?! Hai sbordato ovunque. Hai fatto un casino!!”

Poi si tocca le unghie con la mano e continua con il cazziatone: “Senti qua che roba, altro che unghie liscie. Sembra che abbia delle colline sopra.”

Cerco di giustificarmi in qualche modo: “Scusa amore se vuoi te lo tolgo…”

“No no lascia perdere, ormai il casino l’hai fatto. Lasciamole così, intanto, anche se fanno schifo!”

Con la coda tra le gambe me ne vado.

Ho fatto proprio una bella figura di merda e per i successivi tre giorni non riesco a pensare ad altro.
Tengo un profilo basso evitando di tornare sull’argomento.
Per fortuna facevo anche l’esperto ‘Oh si certo che te lo so mettere lo smalto’ e poi guarda come è andata a finire.

Il quarto giorno comincio a pensare che devo recuperare in qualche modo.
Con un filo di voce le chiedo se posso, almeno, toglierle lo smalto.

Con mia sorpresa mi risponde: “Si, mi sa che è meglio se lo togli!”

A quel punto prendo il coraggio a due mani e la supplico di farmi riprovare.

Scoppia a ridere: “Si così finisce come l’altra volta.”

Non ribatto ed abbasso la testa.

Forse il mio ‘vittimismo’ le muove qualcosa dentro.

“Però forse c’è un modo per tenerti concentrato mentre mi metti lo smalto…”

Rialzo la testa e la guardo con speranza. Pendo dalle sue labbra.

“Vai a prendere game over e, ovviamente, anche gli smalti!”

Eseguo con la devozione di uno schiavo che deve farsi perdonare dalla propria Padrona.

Quando torno lei è sul divano e mi ordina: “Mettiti la cintura, consegnami la chiave e poi siediti qui!”

Obbedisco in silenzio.

Lei intanto mette la chiave nella sua cavigliera e la indossa.

Subito dopo mi appoggia il piede sulla coscia e lentamente lo fa scivolare verso la cintura di castità.
Infine me la schiaccia con il tallone dicendomi: “Inizia a cambiarmi lo smalto! Vediamo se questa volta sarai più bravo.”

Piccolo incentivo!

Eseguo il mio compito con attenzione chirurgica.
Tolgo lo smalto vecchio, lo asciugo, metto quello nuovo (questa volta ha scelto il grigio) e lo rimetto.

Faccio tutto rimanendo concentrato. Sempre on focus. Game over mi aiuta a non andare in calore.

Infine aspetto che le unghie dei suoi piedi si asciughino mentre sono appoggiate sopra la gabbia dov’è rinchiuso il mio uccello.

Ad un certo punto lei controlla il mio lavoro e mi dice:

“Mmm…bene dai, questa volta hai fatto un bel lavoro. Bravo schiavetto mio.”

Finamente posso tirare un sospiro di sollievo.

Le sue parole mi rendono felice ed orgoglioso 🙂

FINE.

Sempre meglio evitare di… (2)

Sempre meglio evitare di…

…parlare a vanvera!

Tipo quando incontri un amica di tua moglie che ti dice: “Mi dispiace per tua moglie che sabato non è potuta venire perchè stava male…”

Ed io, furbo come una volpe, rispondo: “Ma non stava male, è andata al cinema sabato!”

Quando arrivo a casa lei ha già scoperto la gaffe e poco dopo mi ritrovo così:

PUNIZIONE e REGOLE:

  • Bocca tappata così imparo a stare zitto la prossima volta!
  • Mani legate dietro la schiena così imparo a pensare prima di parlare!
  • Indosso game over per ricordarmi la figura di merda che Le ho fatto fare!
  • In ginocchio (per mia fortuna mancavano i ceci) in attesa mi chiami al suo cospetto!
  • Da quando suona il campanello ho cinque secondi per portale il vino!
  • Se arrivo in ritardo… tre giorni di castità!
  • Se verso del vino durante il tragitto… altri tre giorni di castità!
  • Se faccio cadere bicchiere e/o bottiglia… una settimana di castità!

FINE.

La nuova coinquilina!

… Mentre osservo mia moglie alle prese con Grazia (la lavastoviglie) ho una strana sensazione. Una specie di inquietudine.

Forse mi devo preoccupare ma non so ancora bene per cosa.

La convinvenza con la nuova coinquilina si rivela difficile già dai primi giorni.

Mia moglie, per sicurezza, mi spiega due semplici regole: 1- falla partire solo quando è piena, 2- sciacqua la roba prima di mettercela dentro.
Io annuisco per far intendere che ho capito e allo stesso tempo mi sento un bambino di quattro anni.

La prima volta che Grazia viene messa in funzione mia moglie è strafelice, emozionata, direi quasi eccitata.
Io, invece, sono solo perplesso e leggermente geloso.

Lei rivolge tutte le sue attenzioni al suo nuovo giocattolino ed io mi sento un po’ messo in disparte.

Lavare i piatti è sempre stato un compito mio, sia come marito che come schiavo.
Lo facevo solitamente dopo pranzo e dopo cena ma anche durante il giorno, soprattutto se rimaneva qualcosa nel lavello.
Ho lavato i piatti da vestito, da nudo, con il grembiule, con la pettorina e molte volte indossando pure game over.

Il risultato era quasi sempre buono e con il tempo avevo raggiunto un ottimo livello di professionalità.
Ok a volte lei si lamentava perchè qualcosa era leggermente sporco ma erano casi rarissimi che non giustificano sicuramente un licenziamento in tronco.

Insomma lo schiavo-marito-lavapiatti era un po’ il mio cavallo di battaglia.
Prima di quisquilie come la sicurezza economica ed i doveri coniugali veniva sicuramente il lavare i piatti.

Adesso però c’è questo robot, questa cosa artificiale che lo fa al posto mio. Grazie tanto Grazia.

Mia moglie comincia già a farmi le prime battute: “Hai già preparato le valigie?”
Io: “Eh?”
Lei: “Adesso che c’è la lavastoviglie non mi servi più!”

“Ahahaah proprio simpatica!” avrei voluto rispondere ma, invece, sto zitto e mi rodo dentro.

Sono le stesse battute che mi faceva quando era arrivato Roomba.

Tuttavia devo fare qualcosa, trovare un modo per tirare l’acqua al mio mulino.
Quando scopro quanto ci mette a lavare i piatti inizio ad esporre le mie lamentele. Il mio disappunto.

“Cosaaa? Ma ci mette tre ore?!”
“Sí sí con il programma economico servono circa tre ore.” risponde lei come se fosse una cosa normalissima.
“Ma non è troppo?”
“Assolutamente no se vengono lavati bene.”

Manco a farlo apposta Grazia finisce il lavaggio in quell’istante.

Mia moglie apre lo sportello e comincia la pioggia di lodi.

“Oh mio dio ma guarda qua, non ci credo…”
“Cosa? Cosa?” chiedo io preoccupato e curioso.
“I filtri per il te, sembrano nuovi. Non li ho mai visti cosi puliti.”

Osservo con attenzione e non posso dire niente. Sono perfetti, come nuovi.

Gli apprezzamenti per Grazia non si placano. Tutto è scintillante, tutto è pulito, caldo e perfetto.

Poi mi guarda con aria di rimprovero dicendomi: “Tu, schiavetto, non ha mai lavato così bene!”

Divento piccolo piccolo e me ne esco dalla cucina con la coda tra le gambe.

“Bravo bravo scappa via e vai a prepararti la valigia. Ahahaha.”

Quando arriva la notte e andiamo a letto non riesco a dormire. Mi rigiro nel letto continuamente e non capisco il perchè.
Ad un certo punto mi alzò per andare in bagno. Uscendo dal bagno osservo la cucina.
Mi viene la strana voglia di andare a vedere la mia rivale. L’usurpatrice.

Mi avvicino a lei pensando ad un sabotaggio, anzi no, potrei provare a manometterla.
Cambio idea dopo pochi minuti. Mia moglie mi sgamerebbe subito e poi il rischio di svegliarla è troppo elevato.

Apro piano lo sportello di Grazia e mi ritrovo davanti a questa scena:

‘La malefica’

Terrorizzato corro immediatamente in camera. Sveglio mia moglie nonostante sia notte fonda.

“Amore, amore, svegliati è importante!”
“Mmm… eh? C-cosa c’è?”
“I denti, i denti…”
“Ti fanno male i denti?”
“No no, la lavastoviglie ha i denti. E’ un vampiro!!”
“Tesoro ma cosa stai dicendo? Stai bene? Ti sei drogato?”
“Nooo, ti sto dicendo che la lavastoviglie è malefica. E’ posseduta dal diavolo.”
“Amore ma è impossibile, forse hai solo fatto un incubo.”
“No no, vieni a vedere. C’è sangue per terra, è tutto buio e lei ha i canini come dracula!!”

Mentre dico queste cose sono in piedi accanto al letto che tremo come una foglia.

A quel punto mia moglie si alza e mi scorta in cucina dove è, logicamente, tutto a posto.
La lavastoviglie non ha niente di strano e non c’è sangue.

“Ma ti giuro che prima…” provo a giustificarmi.
“Tesoro stai tranquillo, va tutto bene. E’ solo un normale elettrodomestico.”
“Sí ma…”
“Tranquillo Amore, rimarrai sempre tu il mio preferito!” poi mi abbraccia stringendomi forte.

A quel punto mi calmo e torno in me. Tutta la paura scompare.
Quando torniamo a letto mi rassicura: “Amore non devi essere geloso di Grazia, dovresti guardare il lato positivo della cosa.”
Non la capisco e chiedo: “E quale?”
“Che da adesso avrai più molto più tempo per farmi da sguattero! Tipo pulirmi più spesso il bagno ecc.” ne segue un dolcissimo sorrisino perfido.

La osservo con l’espressione di uno che è appena stato fregato per l’ennesima volta.

“Contento schiavo?”

Rispondo inevitabilmente con un “Sí mia Regina.”

Dopodichè ci addormentiamo abbracciati.

FINE.

Il nuovo coinquilino!

Già il titolo non promette niente di buono e, ad essere onesto, questa volta mia moglie me l’ha combinata davvero grossa… ma andiamo per passi, evitando gli spoiler.

Torniamo indietro di alcune settimane. Rientro dalle ferie felice come una pasqua e devo solo ringraziare mia moglie.
La mia adoratissima consorte ha organizzato le vacanze in modo impeccabile. Mi sono sposato con la miglior tour operator del mondo.
Glielo ripeto più volte e lei, ogni volta, sorride con un velo di modestia.

La prima notte a casa la passo, probabilmente per punizione (le ho rotto troppo le ovaie), dormendo sul pavimento accanto al letto.
Si tratta di un modo per calmarmi e ricordarmi il mio posto… mi rivela la mia Padrona.

E funziona, cazzo se funziona, la mattina seguente mi sveglio così docile che manco ci bado ai dolori che ho alla schiena.
Le porto a letto, di mia iniziativa, la colazione. Mi inginocchio vicino a lei con il vassoio tra le mani.

Lei annuisce soddisfatta e mi dice di aspettare lì. Comincia a guardare il telefono e mi lascia in quella posizione di sottomissione per cinque minuti buoni.
Poi batte il palmo della mano sulle sue gambe. Ho capito, ordine ricevuto. Le porgo con delicatezza il vassoio.

Lei mi guarda e vede uno schiavo ubbidiente. Devoto e cotto al punto giusto.
Un marito sottomesso che è diventato uno schiavetto diligente pronto a tutto pur di soddisfare la propria moglie e Padrona.

Mi indica i suoi piedi: “Massaggiameli mentre faccio colazione!”

Eseguo. Sempre in ginocchio e con riverenza.

Lei si gusta la colazione, si gode il massaggio e si diverte con il cellulare ed, essenzialmente, non mi caga.

Semplicemente non mi considera… fino a quando non mi rivela: “Tra pochi giorni avremo un nuovo coinquilino!”

La notizia mi colpisce come un mattone sulla crapapelada.
Forse non ho sentito bene. Cerco delle chiarificazioni.

“Non ho capito, ma chi è che…?”

Le dita dei suoi piedi mi premono le labbra e mi tappano la bocca.

“Zitto schiavo! Continua il tuo lavoro senza interrompermi più… o vuoi, per caso, essere messo in castità per due mesi interi?”

Terrorizzato faccio di no con la testa.

Lei fa un mezzo sorriso e riprende: “Stavo dicendo che arriverà presto questo nuovo coinquilino e mi aspetto che tu lo accolga nel migliore dei modi.”

La ascolto quasi pietrificato. Mi dimentico pure del massaggio.

“Inotre” va avanti lei “voglio che mi dimostri la tua totale sottomissione anche in sua presenza! Siamo d’accordo schiavo?”

Non so cosa rispondere. Non so niente e sono molto preoccupato. Ma chi deve arrivare? Che intenzioni ha mia moglie? Che progetti ha la mia Padrona?

Sono estremamente preoccupato. Rimango fermo senza rispondere ma poi un suo piede mi spinge la testa in su e giù costringendomi ad annuire.

“Perfetto allora. Adesso vai a lavare queste cose!” e mi passa il vassoio.

Passo tutta la giornata al lavoro in paranoia totale. Ma chi deve arrivare e per quanto tempo rimarrà da noi? Sarà mica un suo amico, un suo collega?
Forse un parente, dai sarà quasi sicuramente un suo parente. Ma devo mostrarmi sottomesso con un suo parente in casa? No, mi sembra impossibile.
Oh mio dio non sarà mica un altro uomo, tipo un… un amante?

Scaccio subito questa idea dalla testa. No no il cuckold no!

Torno a casa in ansia totale e la prima cosa che faccio è chiederle delle spiegazioni.
Ho bisogno di ulteriori informazioni.

Assumo le vesti del maschio alfa, da marito che pretende delle risposte.

Lei è in cucina che sta facendo da mangiare.

Esco dritto senza pensarci troppo: “Allora cara mi spieghi questa storia? Chi è questo nuovo coinquilino e perchè mai dovremmo ospitarlo?”

Con una calma quasi fatidiosa mi risponde: “Abiterà con noi semplicemente perchè l’ho deciso io ed, inoltre, vedrai che sarà molto utile… non come te!”

Irritato e offeso continuo a chiederle: “Ma stai scherzando? Ma chi è? Un altro uomo? Hai un amante?”

Senza guardarmi indica con il dito il pavimento dicendomi: “Se vuoi delle risposte rimettiti al tuo posto e supplicami!”

Sono esterefatto. Non credo alle mie orecchie. Deve essere impazzita.
Qui stiamo pisciando decisamente fuori dal vaso.

Sono dietro di lei a circa due metri. Lei continua con aria indifferente a preparare la cena.

Mi sento sperso e la mia rabbia iniziale si è scemata davanti alla sua tranquillità, alla sua sicurezza, alla sua bellezza.

Mi inginocchio dietro di lei ed il mio ultimo briciolo di dignità scompare sotto i suoi tacchi.

Lei se ne accorge subito anche senza girarsi: “Bene schiavetto mio, così mi piace.”

Poi voltandosi mi regala un sorriso e continua: “Ora che sei nella posizione che più ti si addice puoi iniziare a supplicarmi!”

Inizio a pregarla in mille modi diversi ma non essendo bravo con le suppliche (e con le parole in generale) la cosa va avanti per le lunghe.
La scongiuro di darmi delle informazioni in più. La imploro di dirmi chi stracazzo deve arrivare da noi. Chiedo umilmente di sapere chi sia questo nuovo coinquilino.

Mi prostro ai suoi piedi e mi abbasso sempre di più fino a quando non tocco il pavimento con la fronte.
Preso dalle disperazione inizio a sbattere la fronte sul pavimento ripetendo: “La supplico mi dica chi è quest’uomo che deve arrivare… La imploro mi dica…”

“Non ho mai detto che è un lui!”

Le sue parole sono come un fulmine a ciel sereno.
Allora si tratta di una donna. Tutta la situazione cambia. Le mie paure svaniscono all’istante.

Alzo la testa e sorrido come uno scemo.

“Basta con le suppliche, hai avuto la tua informazione e domani potrai vedere la nuova coinquilina con i tuoi occhi. Ora alzati che è ora di cena.”

La situazione sembra essere cambiata in meglio. Il giorno seguente mi faccio comunque mille domande.

Ma chi sarà, una sua amica? Forse desidera umiliarmi davanti ad una sua collega? Forse mi vuole dominare con un’altra padrona?
No, dubito altamente di quest’ultima ipotesi. Forse potrebbe essere un’altra schiava che poi, però, mi farebbe concorrenza.

Diceva che sarà utile e non come me.

Potrebbe benissimo essere una schiava ma perchè è necessario che viva con noi?
Boh, non ne ho idea, lo scoprirò stasera.

Torno a casa dal lavoro sprizzando curiosità da tutti i pori.

Sulla soglia sento mia moglie che mi urla: “Vieni subito in cucina, schiavo, che ti presento Grazia!”

Ah si è vero mi ha già introdotto come marito sottomesso quindi non devo deludere le sue aspettative.
Entro umilmente con il capo chino pensando che sarà la prima volta che un’altra donna mi vedrà in versione schiavesca.
Mi sento un po’ teso.

“Dai il benvenuto a Grazia, la nostra nuova…”

La coinquilina!

“… lavastoviglie!”

Ci rimango un po’ di merda ma cerco di nasconderlo con un sorriso di circostanza.

Vengo obbligato dalla mia Padrona a dire: “Ciao Grazia e benvenuta a bordo.” e a farle anche una carezza.
Mi sento un idiota ma obbedisco.

Poi, mentre osservo mia moglie alle prese con Grazia, ho una strana sensazione. Una specie di inquietudine.

Forse mi devo preoccupare ma non so ancora bene per cosa.

CONTINUA…

Good night!

Rieccomi qua miei affezionatissimi. Come si suol dire: chi non muore di rivede 😁.

Sono felice di essere ritornato anche se, a dire il vero, sono stato proprio da dio in ferie
come pure mia moglie ma lei è abituata a sentirsi una Dea quindi non vale 😄.
Comunque ci siamo davvero divertiti ed in poche settimane abbiamo fatto un miliardo di cose e non pochi chilometri.

Al rientro io ero ancora tutto gasato e sentivo dentro di me l’adrenalina prodotta dalle varie avventure vissute.

La prima serata a casa l’ho passata rimembrando i momenti più salienti della nostra vacanza.

“Amore ma ti ricordi che figata quando siamo entrati nel vulcano?”
“Si tesoro è stato bello…”
“E quando siamo scesi negli abissi dell’oceano?”
“Si certo…”
“Hai visto quanto bravo ero a cavalcare il drago?”
“Si te la sei cavata bene…”
“E come nuotavo veloce nella lava? Ti ricordi?”
“Si piccolo sei stato bravissimo!”
“E che mi dici del mio volo con la tuta planare?”
“Bellissimo. Vedo che il cagnolino avventura è ancora tutto eccitato e gasato.”
“Lo puoi dire forte…”
“Allora dobbiamo trovare un modo per farti tornare con i piedi per terra!”

Mi zittisco evitando di continuare a bombardarla di domande.

Lei mi sorride e va a farsi una doccia.

Dopodichè si infila in camera e mi chiama.

Quando entro la trovo già beatamente distesa nel letto.
Mi sorride e mi incita: “Dai vieni a dormire.”

Mi sarei infilato subito nel letto ma essendo sporco le rispondo: “Faccio una doccia veloce ed arrivo.”
Sorprendendomi mi dice: “No no lascia stare, questa sera non serve.”

Perplesso mi avvicino a lei e, mentre mi tolgo i vestiti penso: che strano non mi ha mai permesso di mettermi a letto senza essermi prima lavato.

Quando sono abbastanza vicino mi spiega: “Questa notte non hai bisogno di lavarti perchè dormirai sul tappeto per terra!”
La guardo con un punto interrogativo stampato in fronte.

“Si ho deciso farti dormire sul pavimento così, magari, ti sgasi un po’ e ti ricordi qual è il tuo posto.”

Annuisco nel modo più umile che mi viene.
Non capisco il perchè ma probabilmente me la sono tirata troppo ed ho anche esagerato con le domande.

“Stenditi per terra, qui affianco a me!”

Eseguo.

“Ah tieni anche queste sul petto senza farle cadere.”

Sento il leggero peso delle sue infradito sulla mia pancia e poi rispondo: “Come lei desidera mia Signora.”

Poi la vedo sporgersi dal letto verso il comodino. Mi osserva con un mix di soddisfazione e divertimento.

“Buonanotte merdina!”

“Buonanotte merdina”

Non faccio nemmeno ora a risponderle “Buonanotte Padrona.” che, click, spegne la luce.

Rimango per terra, al buio e insolitamente perplesso. Forse mi farà rimanere sul pavimento solo 15 minuti per poi mandarmi a lavare.
Forse è solo una prova, dubito che mi farà dormire tutta le notte per terra.

Aspetto con ansia un suo segnale e mi accorgo che mi manca già un contatto fisico con lei.
Cerco di non pensarci troppo e mi accontento dell’indiretto contatto delle sue ciabatte.

Infine mentre penso “Speriamo che non si sia già addormentata” mi addormento io.

FINE.