A bucket of electricity! (English)

Ten thousand days ago.

Crapa Pelatino, the little Crapa Pelada … is an innocent boy of eight, nine years.
He is playing, alone. In the backyard.
His parents suddenly come out of the house. They are arguing, practically screaming about the electricity issue.
It is the problem of the day. Public enemy number one. It is gone at noon! At noon o’clock!

While his father is trying to reassure his mother with: “Quiet, calm down, you will see that the electricity will return soon.” came Crapa’s grandfather at the corner of the backyard.

“Hey, are you all right? Are you maybe out of power?”
“Yes” Crapa’s parents answered.
“Well, then try to send Pelatino to get a bucket of electricity at the corner shop. They’re full of it.”

His mother was puzzled but his father, almost giggling, said: “Oh yes, that’s right. Why did I not think of it before? …”
“Oh yes, that’s right. I will take a bucket asap.” said his mother.

Two minutes later, little Crapa was already on the way with his nice bucket in his hands.
He arrived to the corner shop. He entered.

“Hi Palatino, what do you want? Do you need something? Why you have a bucket with you?” the shop owner asked.
“My parents sent me to get a bucket of electricity because in our house is over.”

“Ah … ok, I understand. Then give me the bucket so I’ll fill it for you.”

Little Crapa gave the bucket and after 3 minutes the shop owner reappears with the exact same bucket but this time covered with a rag.
He put it on the floor at Crapa’s feet.
“Here we are Palatino, the bucket is now full of electricity.
I used a rag to cover it and save it from running away. So don’t turn the rag up. Don’t move it … otherwise the electricity will fly away. “

“Yes ok” replied little Crapa. He was surprised, it was the first time that his parents sent him to take electricity.
He would have liked to see it, he was dying of curiosity, but he could not … it was very dangerous. The gentleman said: do not touch the rag.
What would happen if the electricity flew away? Perhaps it will get a huge electroshock to all the people in the world. It was very very dangerous.

He then decided to just take the bucket home.

He lifted it, with difficulty and a lot of effort. It weighed one hundred twenty-three million tons. At least.

Little Crapa had never imagined that electricity was so heavy.

However, he was a responsible and stubborn child. Strong and always on focus.

He made the long way back carrying the bucket with two hands.
Sometimes he stopped to put it on the sidewalk and rest a bit.

He avoided obstacles like old ladies with their little awful dogs and orange men peeking out from the manholes.

He avoided the trucks, parked cars and black cats.

He avoided the slippery road, the slippery sidewalk and the stairs leaning against the walls of the buildings.

In the end he was able to walk, safe and without losing the electricity, all the seventeen meters that distanced the shop from his house.

Mission accomplished.

He arrived home proud and victorious.
He handed the burden to his father. The precious electric current bucket.

“Good boy. You did it. Very good!”
“Yes, very good …” reiterated his grandfather who still was in the backyard “… and maybe, next time, you can get also a bottle of elbow grease. Ahahaha!”

At that moment Crapa pulled away the rag to see what there was in the bucket…

There was just sand. Normal and fucking sand!!

End.

Le avventure di Crapa! (Happy birthday 2)

Più che una nascita sembrava un funerale, tuttavia gli ulteriori esami confermarono l’ottima salute del neonato.
I valori di Crapino erano perfettamente nella media e il suo aspetto, per quanto bizzarro, non era dovuto a nessuna malformazione e/o malattia.

Il piccolo Crapa era semplicemente un neonato normalissimo. Come tutti gli altri, più o meno…

Quando venne esposto nella nursery del reparto di maternità fu un evento. A dir poco un successo planetario!
Gli occhi del pubblico si calamitarono su di lui inevitabilmente.
I curiosi si accalcarono di fronte al vetro premendo i polpastrelli e le guance contro di esso.
Padri, zii, nonni e parenti vari di altri neonati smisero di dare quelle inutile attenzioni ai propri figli appena nati per osservare solo il nostro affezionatissimo.

Erano letteralmente assorti e concentrati su quel piccolo corpicino dall’aria vissuta.

Poi, all’improvviso, arrivarono quelli della prima fila. Quelli che avevavo acquistato i biglietti migliori.

“Spazio spazio, faceci passare, lasciateci vedere!”

Erano il padre, il nonno e la nonna del Crapa.


Tutto il pubblico si deleguò in un attimo e tornò, suo malgrado, ai lori neonati noiosi e mediocri.
Il loro momento di gloria era finito e dovevano lasciar spazio ai parenti del bambino speciale.

La nonna fu la prima a parlare: “Oh mio dio ma è un bambino bellissimo…ha gli occhi intatti a sua madre e il naso l’ha preso da te.” disse rivolgedosi al padre.

Poi continuò su questa lunghezza d’onda (per minimo un quarto d’ora), elencando tutti i tratti del viso e non che il neonato aveva preso dai genitori e nonni.
“Le orecchie del padre, il mento del nonno, la fronte è come la mia, le spalle della mamma…ma che bello che è. E’ bellissimo, sembra un angioletto!”

“Si mia cara, sembra un angioletto…” sguardo fuggevole e complice con suo figlio “…peccato, però, che nostro nipote non sia quello che stai guardano. E’ quello a destra!!”

A volte le etichette con i nomi dei neonati creano un po’ di confusione e smarrimento, tuttavia la nonna non si diede per vinta.
Il piccolissimo dettaglio che le aveva fatto notare suo marito non la toccò minimamente e spostò lo sguardo a destra dove c’era il vero Crapa.

Infine ricominciò come se nulla fosse accaduto: “Ma che bello, ha le mani di suo padre, i piedi di sua mamma, gli occhi identici identici ai miei…”

Il padre e il nonno di Crapino cominciarono a non badarle più. Si fecero un risata ed iniziarono a parlare tra di loro.

“Non ci credo, sono diventato padre e a quanto sembra ho un figlio già grande.”
“Che ha già meno capelli di te!” osservò il nonno.
“E pure le rughe.” continuò il padre.
“Se gli guardi solo il viso gliene dai 50.”
“Spero solo che il suo aspetto non gli crei problemi durante l’infanzia.”
“Mah no figurati, lo sai bene che i bambini piccoli sono sempre delicati e per niente crudeli con gli altri bambini!” disse il nonno con un velo di sarcasmo.
“Si si lo so, è un campo minato. Speriamo bene…”
“Tranquillo si vede che è un bambino sveglio. Anzi è proprio avanti rispetto ai suoi coetanei qua!”
“Ma lo dici solo per l’aspetto?”
“No no, secondo me anche di testa. Vedrai vedrai…inizierà a parlare prestissimo!”

E con queste ultime parole (famose) del nonno il dialogo si concluse.

Ps. La prima parola che il piccolo Crapa disse arrivò all’età di 7 anni e 4 mesi e fu: “Piede!”

FINE

Le avventure di Crapa! (Happy birthday!)

HAPPY BIRTHDAY!

Al bar si vocifera che il Crapa sia nato di vernerdì 17. In una giornata proprio merdosa. Tempesta, fulmini, cicloni.
Pioggia vento e tuoni. Saette e trombe d’aria.
E ancora fulmini, tanti fulmini.

Si narra che uno di questi, probabilmente il più potente, colpì in pieno
l’ospedale proprio mentre il Crapa nasceva.

Presagio di un’esistenza scintillante, elettrica, piena di energia! Forse.

Appena nato, il nostro affezionatissimo Crapa, aveva già l’aspetto di un’uomo di mezza età e sfoggiava la sua pelata quasi con orgoglio.
I medici e tutti i presenti in sala operatoria, rimasero impietriti.

Era un neonato alquanto insolito. Già grande, adulto, ma non per le dimensioni bensì per il suo viso.
Quelle basette già prefettamente curate, il pizzo accennato e soprattutto quella pelata.
Una pelata tosta, bella, affascinante…nonostante fosse sporca di sangue e placenta.

Una pelata con in controcoglioni: lasciava allibiti e incuteva timore.

Appena lo prese tra le braccia la madre chiese subito al medico: “Ma ha qualcosa che non va?”
“No no, signora non si preoccupi. E’ un bellissimo maschietto.”
“Si ok, lo vedo che è un maschio, ha già la barba!!!”
“Probabilmente ha solo livelli alti di testosterone ma non è un problema.”
“Ne è sicuro?”
“Si…abbastanza…comunque faremo ulteriori controlli, intanto lei stia tranquilla e si riposi!”

Il piccolo Crapa piangeva in braccio ad una madre devastata e perplessa mentre con il pizzo le pungeva il seno.

A parte quel piagnucolio in sala operatoria era sceso un silenzio tombale!

CONTINUA…